Roberto Jefferson Ramirez Criollo Documentary Photography
tODO cAMBIA
Vincitore Premio Mario Dondero 2018
Roberto Ramirez
AHORA ESTAMOS AQUÍ - Todo Cambia
Cambia lo superficial Cambia también lo profundo (...) Cambia el nido el pajarillo Cambia el sentir un amante Cambia el rumbo el caminante aunque esto le cause daño y así como todo cambia que yo cambie no es extraño
Mercedes Sosa, Todo cambia, 1989
Abbiamo pensato di prendere in prestito alcune strofe della famosa canzone di Mercedes Sosa, argentina, già esiliata in Europa dal 1979 (deceduta nel 2009) e divenuta icona della libertà e dei diritti di tutti i latino americani che come lei e per ragioni e situazioni diverse, si sono trovati costretti ad abbandonare la propria terra di origine. Roberto Ramirez è arrivato in Italia nel 2002, durante una “torrida estate” e la prima cosa che gli viene in mente legata al suo arrivo a Milano sono i tram, “ne ero rimasto abbagliato”: chissà, forse era la rappresentazione del muoversi e dello spostarsi senza possibilità di scelta perchè il tram procede inesorabile e immutabile su rotaie. Roberto in Italia non ci voleva proprio venire, ma è stato obbligato senza possibilità di replica, appunto. La sua storia è davvero simile a quella di moltissimi altri sudamericani arrivati in Europa, in Italia, a Milano: in cerca di una vita migliore, di una possibilità di lavoro che nei loro paesi di origine non c’è, di guadagni che possano sostentare anche i familiari che rimangono là, etc etc. E così se ‘tutto cambia’ nello stesso tempo, se sei un emigrato involontario, vai cercando i tuoi simili, le tue abitudini, le tue musiche, le tue credenze, il tuo cibo, le tue feste anche qui: è l’inevitabile ricerca di qualcosa di noto e familiare che ti permetta di credere in una prospettiva di futuro. Ma se possono cambiare le cose, al contrario - ci perdoni Mercedes - non pensiamo possano cambiare dentro, le persone: così il Ramirez che ha iniziato a fotografare qui per conoscere la sua nuova realtà, fotografa quello che conosce meglio, la sua gente. La zia Maria De Los Angeles, seducente, ci introduce a quella femminilità esibita e prorompente che è innata nelle donne sudamericane che sanno esprimersi, sorridere accattivanti, muoversi sinuosa- mente come se sempre danzassero la loro musica fatta di ritmo tondo e morbido o cantassero quel- le loro canzoni intrise per lo più di ‘sentimento’ e lacrime e nostalgia. Ma ci sono anche le peruviane che ancora oggi reclamano perchè non si dimentichi il passato, terribile, di Fujimori (presidente Peruviano degli anni 90’) o le giovani come Jeanette Moran, messicana, che vogliono imparare un mestiere per raggiungere una qualche loro affermazione e vanno a scuola di trucco perchè sin da bambine sanno che un occhio con il rimmel riesce a diventare languido e profondo e una bocca con il rossetto dice agli altri che la tua femminilità è una qualità e come tale la puoi esibire orgogliosa. A fianco ci sono uomini che sanno esultare energici o organizzano picnic per riunire il clan fatto di amici e parenti di ogni età e muratori che come Jorge si adattano anche ad imbiancare, ripiegando poi su di sé, perchè la malinconia accompagna sempre chi è ben lontano da casa. Poi però se arriva Rafael Correa, ex amato Presidente dell’Ecuador, la comunità intera si raduna, come se nulla fosse cambiato; allo stesso modo e con lo stesso temperamento, si sfila per il centro di Milano in occasione della Festa dell’Indipendenza il 10 agosto o si prega la Vergine di Urkupiña e si celebrano matrimoni con Josè Casas, predicatore evangelista, presso la chiesa di Via Novara. . Roberto Ramirez sono anni che segue tutto questo tra ragione e sentimento